Mi è capitato, in questi anni, facendo consulenza in enti ed aziende, di avere a che fare con altri consulenti e colleghi IT e debbo ammettere che, affianco a persone molto preparate e sempre disponibili ho potuto notare anche ambienti di lavoro in cui mettersi i bastoni tra le ruote, tra colleghi dello stesso ufficio, era l’attivita quotidiana preferita.
E allora vieni a sapere che c’e’ quel dipendente che parla male di te (e ingenuamente lo fa davanti ai propri colleghi senza capire che forse gli altri non la pensano come te), trovi quello che non sapendo come intralciare il tuo lavoro (perchè giustamente tu hai impostato una password senza dirgliela, viste le leggi in materia di privacy) passa le giornate cercare di capire come boicottare il tuo lavoro,ma anche con il massimo dell’impegno, l’unica cosa che riesce a inventarsi è scollegare qualche cavo oppure cercare di dare lo stesso IP del tuo server a qualche altra macchina (fingendo di non aver letto bene la tabella con elencati gli ip liberi).
In questo contesto di invidia generale devo quasi dire che sono stato quasi contento quando un collega (in buona fede!) mise mano ad Active directory (e chi ha lavorato con questo strumento conosce bene quanto sia delicato!) rinominando il nome del server e controller di dominio ..perchè non gli piaceva quel nome (e visto che c’era ha anche ben pensato di creare un’ unità organizzativa dove mettere tutti gli utenti!)
Decisamente peggio fece un dipendente di una ditta in cui implementai un sistema di virtualizzazione qualche tempo fa: aveva tenuto spento il controller secondario per oltre tre mesi (non chiedetemi per quale motivo!) e al riavvio potete immaginare cosa sia potuto succedere (l’attuale persona che gestisce l’IT sta ancora cercando di risolvere il problema!)
Insomma, il vero problema non sempre sono gli utonti, ma a volte anche chi fa il tuo lavoro.